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Archive for the ‘Movie/Trailer’ Category

In questo film Mel Gibson e il suo staff hanno curato attentamente la ricostruzione storiografica del contesto culturale dei Maya. Quello che Ci interessa capire, da questa ricostruzione, è come venissero usati il tatuaggo e le altre decorazioni del corpo dalle tribu. Anche qui, come nelle culture polinesiane il Guerriero si tatuava per diversi motivi: per distinguersi socialmente, per intimorire l’avversario nel momento dello scontro, sia come amuleto e, attraverso il dolore, come sacrificio agli dei in cambio di protezione nel campo di battaglia. Le donne invece lo usavano a scopo decorativo. Anche all’interno delle tribu dei Maya, il tatuaggio sembra essere praticato sopratutto dal ceto al potere, mentre alle persone comuni era vietato.

  La tesi del film è annunciata da una frase dello storico-scrittore Will Durant: una grande civiltà non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro. Così, quando nel 1518, gli spagnoli “conquistadores” sbarcarono per la prima volta su una spiaggia dello Yucatàn, per portare la nuova civiltà, i Maya avevano già compiuto buona parte del lavoro ed erano, diciamo così, predisposti. Gibson, creativo in modo allarmante, e anche furbo, corregge dunque la tesi del paradiso naturalistico: in quel tempo l’Europa aveva il Rinascimento, i codici civili e la polvere da sparo, i Maya “indietro” millenni rispetto a quei parametri, e al riparo da quel tipo di civiltà, non erano poi così felici. Un’idea scaltra e magari strumentale, comunque accettabile, che poi permette al regista di fare il cinema violento-etnico-primordiale-iperrealista, attraverso “interpretazioni impossibili”, che tanto gli sono congeniali.

Recensione My Movies

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“Nel contesto della mafia russa il corpo viene usato come superficie d’iscrizione della propria memoria, luogo delle impronte del passato. I tatuaggi raccontano i trascorsi dei protagonisti nelle prigioni siberiane e gli incontri di lavoro si fanno nelle saune, per mostrare i disegni sulla pelle.”

Una ragazza russa muore dando alla luce un figlio. L’ostetrica, Anna, ne traduce il diario alla ricerca dei parenti cui dare in affido il bambino. Scoprirà inquietanti rapporti con la mafia russa, giri di prostituzione e criminalità che rapidamente la stringono in una pericolosa rete…
Cupo e inquietante, ambientato in una Londra umida e invernale, Eastern Promises è forse uno dei lavori stilisticamente più compatti ed efficaci di Cronenberg

L’estratto è preso da My Movies

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L’inizio del film è ad effetto: una donna, completamente nuda e sanguinante, barcolla al centro di una strada; quando viene ripresa di spalle, ci accorgiamo che è stata letteralmente “spellata”. Un mezzo pesante non riesce ad evitarla, colpendola in pieno. Subito dopo facciamo la conoscenza del giovane Marc (August Diehl), appena arruolato in Polizia e già in procinto di mettersi nei guai, quando viene sorpreso in una discoteca con la tasca piena di pasticche di extasy. Il detective della Omicidi Minks (Christian Redl), però, gli offre la possibilità di farla franca: se lo aiuterà nelle indagini sull’omicidio di cui sopra, non lo denuncerà ai suoi superiori. Sarà proprio il ragazzo a mettere il suo capo sulle tracce di un facoltoso collezionista di tatuaggi che potrebbe sciogliere la matassa del mistero.

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